venerdì 1 marzo 2024

Dal campo alla tavola

Il viaggio del nostro pregiato grano antico Russello, a partire dalla semina fino ad arrivare al piatto in tavola. 
Abbiamo pensato di rappresentare i vari step della produzione di pasta integrale come facciamo normalmente per il nostro uso familiare.


1. Il primo step, inevitabilmente, è la preparazione alla semina del terreno (sito nella campagna modicana) e fatta nel momento più adatto, perché la terra possa accogliere il seme nel modo migliore possibile.


2. Il prossimo step, naturalmente, è la semina della varietà Russello (uno dei grani antichi più pregiati) coltivato senza utilizzo di prodotti chimici.


3. Quando il frumento è maturo, viene mietuto e trebbiato nello stesso tempo. Questo, nella nostra terra di Sicilia (definita un tempo il granaio dell'impero romano) avviene alla fine di giugno, in modo naturale e senza l'aggiunta di alcun additivo chimico per accelerarne la maturazione, come nei paesi in cui territori e clima non sono vocati per la coltivazione del grano.


4. Dal frumento si parte ora per la trasformazione dello stesso in farina. Il primo passo è la pulizia manuale del frumento, togliendo le impurità: piccole scaglie di paglia o altri semini finiti in mezzo al frumento per caso.


5. Una volta pulito il frumento, si passa alla molitura dello stesso nel piccolo mulino casalingo in faggio e con macine in ceramica


6. A questo punto la farina ottenuta, viene setacciata per eliminare la crusca più grossolana.


7. Ora abbiamo ottenuto la farina pronta da utilizzare in tante ricette: dal pane integrale in cocotte o in forno normale


alle focacce rustiche o la pasta integrale fatta in casa


8. La pasta integrale fatta in casa ora va posta ad una semi-asciugatura (se troppo asciutta si sgretola in cottura) il tempo di essicazione dipende dalla stagione. Si possono realizzare tagliatelle, spaghetti, rigatoni, ditalini ecc.


9. Quando il tasso di umidità si presenta ragionevolmente 
basso e la pasta non è completamente asciutta, allora è pronta per essere consumata oppure surgelata nelle porzioni desiderate pronte da buttare in pentola. Per chi possiede congelatori capienti, può conservare in contenitori più o meno grandi dai quali prelevare la quantità desiderata.


10. Infine, dopo più o meno 7 min. di cottura, ecco il piatto pronto di "Ditalini integrali con fave e piselli verdi", un filo d'olio e, se gradito, una spolverata di caciocavallo grattugiato.




domenica 15 agosto 2021

Inquinamento: i governi lo impogono ma la colpa è dei cittadini

Quando si prendono discorsi sull'inquinamento e sull'intenzione di de-popolamento che certi poteri oscuri vorrebbero realizzare sul pianeta, alcuni dicono: "Soluzioni, date soluzioni, non limitatevi a criticare". In realtà soluzioni ce ne sono tante, solo che i poteri occulti le hanno ben nascoste. Ad esempio: 

1) Energia libera non inquinante e a costo zero con le torri di Tesla (da 100 anni si conoscono). E cosa hanno fatto? Gli hanno sequestrato gli appunti e i progetti e hanno nascosto tutto. Forse perché c'era chi si faceva le ricchezze col carbone e col petrolio? Chi lo sa. Oggi incentivano (quasi impongono) le auto elettriche, quando dobbiamo comprare a caro prezzo l'energia nucleare francese. Dov'è la convenienza? Mentre ormai lo sanno tutti che ci sono le macchine ad idrogeno: costo mantenimento 0, inquinamento 0. Ma no, noi dobbiamo comprare le auto elettriche più inquinanti e costose di quelle che abbiamo.

2) Ridurre al minimo le plastiche eliminando l'usa e getta e promuovere il riutilizzo. E invece con questa farsa degli ultimi 2 anni hanno peggiorato la situazione riguardo l'inquinamento del pianeta: ulteriori smaltimenti di mascherine anti respiro, tamponi invadenti e farlocchi, visiere da saldatore che la gente indossa anche al mare, siringhe per vaccini inutili (dal momento che chi si vaccina infetta lo stesso) frutta e verdura tutta plastificata e in contenitori di polistirolo che fanno alti volumi di spazzatura. Che intelligenti questi governi che impongono sempre più plastica e accusano i cittadini di inquinamento.

3) Gli elettrodomestici e l'elettronica in generale perché produrle con l'obsolescenza programmata? La garanzia dura 2 anni? Il terzo anno l'elettrodomestico si rompe e bisogna comprarne uno nuovo, mentre quello vecchio va ad intasare sempre più le discariche. Perché non usare materiali migliori e far durare gli elettrodomestici anche 20 anni? Quanto meno spreco e quanti rifiuti in meno. 

4) Poi, dovremmo educare noi stessi, i figli e gli altri ad evitare gli sprechi, soprattutto non sprecare acqua e cibo. E inoltre, dovremmo imparare a dare importanza solo all'essenziale per la vita, evitando il superfluo, gli oggetti inutili, gli abiti in più e anche altro che ora non mi viene in mente. Il problema è che il cittadino non ci arriva o non comincia mai da solo, però i governi avrebbero potuto incentivare comportamenti responsabili nei cittadini. E invece? I governi sono i primi spreconi, basti pensare ai banchi di plastica a rotelle, scomodi e inutili, e con in più il problema di smaltire i classici banchi ancora buoni.

E' una vergogna...

E poi parlano di ecologia e di salvare il pianeta. Ma se promuovono tutto l'opposto! Se i governi l'avessero voluto, i cittadini l'avrebbero fatto. Invece, i governi hanno incentivato l'usa e getta, l'inquinamento e lo spreco; e ora vogliono dare la colpa ai cittadini... che ipocriti e vigliacchi che sono!!! E magari oggi vogliono proporre la schiavitù a punti, come in Cina, che non c'entra nulla con la responsabilizzazione e il rispetto dei cittadini. 

Sempre più vergogna.

sabato 1 agosto 2020

Devotion: la creatività di D&G e il genio di Tornatore in piazza a Siracusa

“Devotion” è un’ode al sentimento di assoluta devozione di Domenico Dolce e Stefano Gabbana e all’universo unico di saperi ed emozioni racchiuso nelle loro creazioni.

Dopo l’anteprima del 18 luglio al teatro antico di Taormina “Devotion” arriva a Siracusa. E’ il lungometraggio diretto da Giuseppe Tornatore, con musiche inedite di Ennio Morricone, attraverso il quale gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana raccontano la passione per la “loro” Sicilia in quel processo intimo, magico e misterioso alla base dell’atto creativo.

Siracusa è la prima di 5 selezionate piazze siciliane in cui verrà proiettato il film, in un progetto di promozione artistica e culturale di ampio respiro dove anche folclore ed enogastronomia hanno il loro spazio. Tutto sotto la direzione creativa di Dolce&Gabbana e il patrocinio della Regione Siciliana.

Il progetto itinerante dopo Siracusa (1° agosto) toccherà Caltagirone (5 agosto), Castellammare del Golfo (8 agosto), Palermo (12 agosto) e Polizzi Generosa (16 agosto). 
Gli affascinanti scorci senza tempo del centro di Ortigia, con le sue splendide architetture barocche e il candore della pietra bianca, faranno da sfondo alla tappa di Siracusa di questo progetto speciale itinerante dedicato a cinema, tradizioni e sapori siciliani.

Per i sapori siciliani non potevano mancare i nostri prodotti lattiero-caseari e cioè i 5 prestigiosi DOP: 
Ragusano DOP, Pecorino siciliano DOP, Piacentinu Ennese DOP, Vastedda del Belice DOP, Provola dei Nebrodi.
L'esposizione è stata curata dal Distretto Lattiero-Caseario e dal CorFiLaC

mercoledì 20 maggio 2020

Colpo di grazia al Pianeta Terra

E' una battaglia contro i mulini a vento. Lo sforzo di tutte le istituzioni e le persone sensibili che cercano di contenere lo sfregio dell'inquinamento al pianeta, con questi provvedimenti, i governi di tutto il mondo lo hanno vanificato e oltraggiato all'inverosimile. 
Si doveva andare nella direzione di eliminare quanto più possibile "l'usa e getta" e promuovere la differenziata, il riciclo, la durata e il riutilizzo nel tempo degli oggetti di uso quotidiano e degli elettrodomestici (anziché l'obsolescenza programmata) e invece cosa hanno fatto? 
La strage dell'opposto. 
Si doveva andare verso l'utilizzo dell'energia rinnovabile e invece? La ostacolano e la nascondono. 
E' come se coloro che muovono e tirano i fili dei governi del pianeta non vivessero su questa terra. 
Perché non esiste una logica in tutto questo. 
La gente era pronta a scommettersi, e con l'aiuto di governi sensibili e autorevoli si sarebbe potuto andare in direzione del rispetto della natura, eliminando l'usa e getta e il superfluo. E invece? I governi, manipolati o meno, stanno portando avanti scelte scellerate in tutti i campi e settori.
La scusa di un virus non può assolutamente giustificare tutta questa accelerazione in direzione dell'inquinamento della terra e di tutto il resto: questo va contro il Pianeta e l'Umanità che lo abita. 








E comunque importante che ognuno, nel suo spazio vitale, continui la sua azione di rispetto nei confronti del pianeta, la coscienza individuale non deve arrendersi. 

Link utili:
Plastica: la rovina di nostra madre terra

Portare i propri contenitori al supermercato per banco pesce e gastronomia. In Francia è ora possibile

domenica 10 maggio 2020

Formaggi DOP siciliani

Piccolo viaggio all’interno dei consorzi del Piacentinu ennese, del Pecorino Siciliano, della Vastedda del Belìce e del Ragusano.

Fonte:
Piacentinu ennese, Pecorino, Vastedda e Ragusano. Una piccola guida dei consorzi che li producono, per scoprire le loro peculiarità e mettere in risalto le grandi e reali potenzialità che possono esprimere nel mercato della gastronomia tipica siciliana.

IL RAGUSANO DOP
Il Ragusano DOP è forse il formaggio tipico siciliano più rinomato. Storicamente chiamato caciocavallo ragusano (in siciliano Cosacavaddu), questa eccellenza casearia, nel 1955, è stata riconosciuta quale prodotto tipico e nel 1995 ha ottenuto la denominazione di origine. L'anno successivo, ha acquisito il riconoscimento comunitario della DOP.

Questo caratteristico formaggio di latte intero crudo vaccino a pasta filata, dall’inconfondibile forma di parallelepipedo, essendo tra i formaggi più conosciuti è anche quello più "imitato". Infatti, l'utilizzo che alcuni produttori caseari fanno di latte proveniente dai paesi dell'Est è uno dei problemi che il Consorzio per la tutela del Formaggio "Ragusano DOP" affronta con maggiore determinazione.

IL PIACENTINU ENNESE
In Sicilia attualmente a produrlo sono soltanto in dieci. Negli anni scorsi la produzione si è attestata intorno ai 18 mila chili per un totale di poco superiore alle 4.000 forme, con una media di circa quattro chili ciascuna. Quantitativo puntulamente esaurito prima della fine dell’anno, nonostante le richieste dei rivenditori.

Il Piacentinu ennese Dop, il formaggio fatto con latte intero di pecora, a pasta dura, che si contraddistingue per il colore giallastro dato alla presenza di zafferano, piace, si vende bene in Sicilia ma anche sul territorio nazionale e, da qualche tempo, si è ben collocato anche su alcuni mercati stranieri.

Negli anni scorsi nel Consorzio sono entrati quattro nuovi soci, tutti giovani tra i 26 e i 30 anni che hanno deciso di dedicarsi in maniera professionale all’attività di famiglia facendo aumentare la produzione. [Consorzio del Piacentinu ennese Dop]

IL PECORINO SICILIANO


Il pecorino siciliano Dop è il formaggio più antico prodotto in Sicilia e forse addirittura in Europa.
Negli ultimi anni la quota di produzione di questo formaggio è cresciuta esponenzialmente così come è cresciuta la richiesta. "E  crescerà ancora", dicono dal Consorzio Pecorino Siciliano che attualmente raggruppa diciotto soci che, da disciplinare, allevano, caseificano e stagionano.

Il merito è senz'altro della qualità straordinaria di questo formaggio per il quale: la caseificazione avviene esclusivamente da latte crudo di pecore allevate al pascolo spontaneo; si utilizzano solo metodi tradizionali per la trasformazione del latte; la salatura viene praticata manualmente e la stagionatura in locali ad areazione naturale. Tutto questo rende il pecorino siciliano dop assolutamente unico.

LA VASTEDDA DEL BELÌCE

Negli ultimi anni è cresciuta sempre di più anche la richiesta di Vastedda del Belìce DOP, questo formaggio di pecora a pasta filata, e uno dei pochi rappresentati del genere. Deve il suo nome alla forma che acquisisce dopo la filatura, quando viene sistemato in piatti di ceramica, le "vastedde" appunto, che gli danno il formato finale.

È un prodotto che piace molto e che per la sua versatilità trova grande impiego in cucina. A differenza di altri suoi fratelli nobili come ad esempio il pecorino, che è più da pasto-fine pasto, la vastedda (che è anche un presidio Slow Food) dà il meglio anche in piatti elaborati e sono numerosi gli chef siciliani che la utilizzano nella preparazione delle loro pietanze.
I produttori del Consorzio di tutela della Vastedda della valle del Belìce DOP attualmente sono sette, in un territorio che si estende per le province di Palermo, Agrigento e Trapani.


domenica 1 marzo 2020

Rose di ricotta e prosciutto

Ricetta e Foto tratta dal sito: "ricettedellanonna.net"
Ingredienti
PER LA PASTA
250 gr di farina 00
25 gr di olio di oliva
100 ml di vino bianco secco
3 gr di sale fino

PER IL RIPIENO
300 gr di ricotta
200 gr di prosciutto cotto
1 uovo
sale e pepe

Tempo Preparazione: 60 Minuti - Tempo Cottura: 15 minuti - Dosi: 10 rose Difficoltà: Media

Procedimento
Iniziate preparando la pasta: disponete la farina a fontana con il sale e aggiungete l’olio, impastando brevemente. Unite anche il vino e lavorate a lungo fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.

Stendete la pasta in una sfoglia sottile e tagliatela con la rotella dentellata in strisce larghe 4 cm e lunghe 40.

Preparate ora il ripieno: tritate il prosciutto cotto e amalgamate bene con la ricotta, l'uovo, il sale e pepe.

Disponete sulle strisce di pasta 1/2 cucchiaino di ripieno a intervalli regolari di circa 3 cm.

Ripiegate le strisce di pasta a metà nel senso della lunghezza, creando delle tasche aperte in corrispondenza del ripieno e pizzicando la pasta nella parte senza ripieno. Arrotolate quindi la striscia su se stessa formando delle rose.
Spennellate con acqua ogni tanto la striscia in modo che si attacchi meglio. Sigillate bene l’estremità finale aiutandovi sempre con l'acqua. Spennellate anche la superficie e infornate in forno caldo ventilato a 200 °C per 15 minuti o finché non saranno dorate.

mercoledì 12 febbraio 2020

L’impiego del legno nella stagionatura dei formaggi


Fonte:
L’uso del legno nella stagionatura dei formaggi è una pratica comune nelle produzioni artigianali che seguono metodi tradizionali. Ci sono delle ragioni precise alla base di questa scelta produttiva, al di là del motivo del metodo tradizionale che accompagna molti formaggi e che è accettato anche a livello normativo, soprattutto con i requisiti specifici da disciplinare di produzioni DOP, IGP ed STG. Caseifici e stagionatori impiegano legno per tre aspetti importanti:
  • scambio di umidità tra il legno e il suo ambiente diretto e quindi creazione di un microclima favorevole che promuove lo sviluppo di una flora superficiale del formaggio;
  • cessione di molecole antimicrobiche, come i polifenoli, tra il legno e i prodotti a contatto con esso;
  • microflora presente sulla superficie del legno che svolge una serie di funzioni metaboliche a carico del formaggio.
Da un punto di vista della sicurezza alimentare, il legno può svolgere alcune interessanti funzioni: le proprietà