venerdì 18 ottobre 2019

Di cinisara o di ragusana? Il caciocavallo siciliano si divide in due scuole di.. bovini

In Sicilia esistono due tipologie di caciocavallo, uno è DOP e un altro è presidio Slow Food. Sono entrambi ottimi aldilà di ogni campanilismo
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In Sicilia il cibo è un culto e come di dialetti siciliani ne esistono diversi per inflessioni e varietà pressapoco uno per ogni comune, anche per i cibi ne esistono diverse variabili.

Per il cannolo ad esempio famosi sono quello di Piana degli Albanesi (Pa) e quelli di Dattilo (Tp), per il pane cunsato è famoso quello di Scopello (Tp) ma anche quello di Alfredo sull'isola di Salina (Me), poi c'è anche lo sfincione che nasce a Palermo ma trova la sua espressione migliore a Monreale e ancor meglio a Bagheria.

E su questa scia potremmo scrivere per ore. Qui però vi vorrei parlare del caciocavallo, formaggio tipico siciliano, di cui esistono due scuole di pensiero, o forse sarebbe meglio dire: di bovino. Abbiamo quello palermitano (o di Godrano) e il caciocavallo ragusano DOP (nonché presidio di Slow Food). Questi due prodotti seppur realizzati con tecniche estremamente affini, trovano numerose differenze legate al territorio di origine.

La prima varietà viene prodotta prevalentemente dal latte di vacche di razza cinisara (una eccellenza del territorio), razza autoctona a mantello nero, facente parte del gruppo delle razze italiane podoliche, dotata di spiccata rusticità e longevità, di capacità di utilizzazione di foraggi grossolani e di adattamento alle condizioni estreme di allevamento.

L'allevamento della cinisara si sviluppa prevalentemente in zone marginali di collina e di montagna. La zona tradizionale di produzione del Caciocavallo Palermitano, pur interessando tutta la provincia di Palermo ed alcuni centri della provincia di Trapani, si identifica nei comuni di Cinisi e Godrano.

Il Ragusano DOP, invece viene prodotto nella campagna ragusana sui monti iblei utilizzando il latte di bovini di razza modicana.
La campagna ragusana, disegnata con la pietra calcarea dei

domenica 6 ottobre 2019

Giappone, Sud Africa, Australia: ai World Cheese Awards di Bergamo più 3.800 formaggi

Quella di Bergamo sarà l'edizione dei record: ben 3.804 candidati (10% in più rispetto al 2018) provenienti da 6 continenti e da 42 Paesi, tra cui 845 concorrenti Italiani.

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Durante la manifestazione Forme, che si terrà a Bergamo dal 17 al 20 ottobre, oltre a B2Cheese, la fiera internazionale per operatori del settore lattiero caseario, ci sarà un altro evento di rilevanza mondiale: World Cheese Awards, il concorso che premia i formaggi più buoni del mondo, per la prima volta in Italia in 32 anni di storia.

Quella del 2019 è l’edizione dei record, con ben 3.804 candidati (10% in più rispetto al 2018) provenienti da 6 continenti e da 42 Paesi, tra cui 845 concorrenti Italiani.
Tra le curiosità, l’esordio assoluto del Giappone, che si presenta con ben 42 formaggi, e una folta selezione di prodotti messicani. Spazio per i gusti esotici con i formaggi del Sud Africa, con note di cioccolato, caramello e harissa. Interessante anche il formaggio molle di capra muffettato a crosta fiorita dall’Australia, avvolto in foglie di vite.

Dal punto di vista storico, di particolare rilievo è la data di fondazione del caseificio più antico tra gli iscritti al concorso, che risale addirittura al 1225. Il 18 ottobre sarà eletto il vincitore assoluto, mentre il 19 e 20 ottobre sarà possibile conoscere da vicino una selezione ristretta dei formaggi partecipanti, aderendo ai Cheese Tour. Altrettanti motivi per non perdere un’occasione unica per chi ama il formaggi.