venerdì 16 novembre 2018

Commissione Ue diffida Italia: “Permetta di produrre formaggio anche senza latte”

L'esecutivo europeo chiede alla Penisola di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove l'industria casearia ricorre normalmente a succedanei come il latte in polvere. Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa, pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi"
Fonte:
Dare il via libera anche in Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, dato che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche yogurt) sono di uso comune.

Se passasse l’adeguamento al ribasso è evidente il rischio di conseguenze per l’intera filiera dell’industria casearia italiana. “Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori”, ha commentato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti. 

Secondo il numero uno dei coltivatori diretti occorre “salvaguardare le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità delle materie prime adoperate”. Si tratta, aggiunge Moncalvo, “di una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015″.

martedì 13 novembre 2018

L'alimentazione nell'Italia Antica

Fonte:
Ministero Beni Culturali
Alimentazione in Etruria
La vicenda storica della civiltà etrusca si sviluppa lungo tutto il millennio che precede la nascita di Cristo e si estende in un vasto territorio dalla Pianura Padana alla Campania. E’ perciò difficile tracciare un quadro unitario delle abitudini alimentari, che variano a seconda delle epoche e delle latitudini.

Qualche aiuto ci può venire dalle fonti antiche, che, benché si riferiscano prevalentemente all’età romana, danno anche informazioni relative al territorio dell’ antica Etruria, specie dal punto di vista delle produzioni agricole e dell’allevamento.

I principali elementi per la ricostruzione dell’alimentazione etrusca ci vengono però dai dati archeologici.
Abbiamo a disposizione soprattutto le analisi dei reperti ossei animali provenienti dagli scarichi degli abitati, veri e propri rifiuti dei pasti antichi, e, più raramente, resti vegetali ancora conservati (noccioli, frutti, legumi e cereali carbonizzati); anche l’analisi dei pollini rinvenuti nelle campionature delle stratigrafie ci consente la ricostruzione del paesaggio vegetale ed agricolo in una determinata epoca. Ci possiamo poi avvalere delle rappresentazioni figurate, in particolare delle pitture funerarie, e possiamo trarre informazioni dal vasellame o dagli strumenti da cucina rinvenuti negli scavi.

Nel periodo più antico l’alimentazione base della maggioranza della popolazione era costituita da cereali,

mercoledì 31 ottobre 2018

"Ricotta Live" by Mediterrae per un ricevimento di matrimonio

"Ricotta Live" by Mediterrae, per un ricevimento di matrimonio all'impronta di antichi ricordi e antichi sapori. 

In una location ricca di antiche atmosfere contadine, Mediterrae ha organizzato: ricotta dal vivo e degustazione di formaggi, per un evento molto speciale come un matrimonio.

Per eventuali informazioni su "Ricotta Live" inviare un messaggio attraverso la Pagina Mediterrae oppure scrivere una e-mail al seguente indirizzo:  coopmediterrae@gmail.com










sabato 27 ottobre 2018

Evento al "Vecchio Mulino"

Tra grani antichi, olio, pomodori, vini e golosi dolci è stata presente anche una vasta gamma dei prodotti lattiero-caseari MEDITERRAE.

Per eventuali informazioni su "Eventi Mediterrae" inviare un messaggio attraverso la Pagina Mediterrae oppure scrivere una e-mail al seguente indirizzo:  coopmediterrae@gmail.com



















sabato 15 settembre 2018

Tutti parlano di cucina tradizionale, di sapori antichi ritrovati ma...

    Oggi, molti ristoranti, osterie, pizzerie, agriturismi ecc. tutti, tranne poche eccezioni, fanno della tradizione il loro cavallo di battaglia; ma, come funziona veramente? Basta solo la ricetta tradizionale? Cosa fa la differenza? 
    Non sempre un piatto realizzato secondo ricetta come da tradizione è garanzia di sapore, di bontà, di qualità e, soprattutto, di salubrità; perché tutto dipende dalla qualità e dall'origine degli ingredienti. 
   Una scaccia modicana, deve avere una sfoglia sottile e poi scoppiare di condimento, sia che si tratti di prezzemolo, di ricotta o di pomodoro. La farina utilizzata deve essere farina di grano duro locale, se possibile macinata con un mulino proprio o, comunque, da un mulino di fiducia, per essere sicuri che non ci siano miscugli di altri "grani strani" magari arrivati con le navi da lontano. 
   La salsa deve essere realizzata col nostro pomodoro, non con quello che arriva da paesi esteri, per il quale non potremo  mai avere garanzie che non vengano utilizzati tutti i veleni che le industrie di prodotti per l'agricoltura sono riuscite ad inventare e che da noi sono da tempo proibiti.
    La ricotta da usare per le focacce, per i ravioli o per i dolci deve avere una propria personalità, un sapore unico; e questo lo si può ottenere solo se realizzata esattamente come si faceva una volta, senza l'aggiunta di nient'altro. I formaggi? La stessa cosa, realizzati con i procedimenti e gli strumenti di una volta, e lasciati alla fermentazione naturale, senza l'aggiunta di altro. E si potrebbe continuare...
    Purtroppo oggi, solo le generazioni dei nostri nonni e un poco anche quella dei nostri genitori riesce a cogliere le differenze dei veri sapori antichi con quelli spacciati come tali; perché quelle generazioni ricordano, hanno le memorie di quei sapori, oggi purtroppo i ragazzi non hanno possibilità di confronto. E poi i giovani si sono ormai rovinati le capacità gustative con tutti i prodotti artificiali creati dalle industrie alimentari, prodotti che proprio salutari non sono. 
     Comunque oggi questa è la moda: osterie, ristoranti tutti a cavalcare l'onda dei sapori perduti, ma chi riesce veramente a riprodurli come una volta?
    E' veramente difficile, nell'ambito delle proposte alimentari, trovare chi veramente pone l'attenzione per le materie prime. I motivi sono tanti: ad esempio la difficoltà a reperire prodotti locali, genuini e sani, a meno che non si cerca di produrseli quanto più possibile da soli. E poi i costi sono un altro aspetto, perché i prodotti locali, genuini e sani hanno prezzi molto più alti. 
    Ad esempio se per realizzare un piatto tradizionale viene usato l'olio d'oliva di produzione locale, comprato direttamente dal produttore che ha l'uliveto di proprietà, quel piatto avrà un tocco e un sapore unico, ma l'olio ha un costo che è più del doppio di quello preso in un qualsiasi discount per ristorazione. 
    Un altro esempio: i prodotti lattiero-caseari realizzati con il latte di un'unica azienda e quell'azienda è controllata sotto tutti gli aspetti: sanitari, nutrizionali ed anche dal punto di vista del benessere animale è già una garanzia della qualità del latte utilizzato. Questo discorso vale per tutto: dai legumi alle uova, dalla carne alle verdure ecc. 
    E' chiaro che la conseguenza di tali garanzie sono i costi più alti delle proposte alimentari, siano essi della tradizione o meno. 
Quali consigli dunque per il consumatore? 
    E' difficile darne. Per essere sicuro il consumatore dovrebbe poter vedere coi propri occhi la realizzazione del prodotto, verificare la provenienza delle materie prime attraverso la tracciabilità; dovrebbe prestare attenzione ai sapori confrontandoli e, infine, fidarsi di chi si sforza di andare in questa direzione cercando di mantenere alta la qualità, garantendo quando più possibile la tracciabilità delle materie prime, e che fa, di tutto questo, la propria mission. 

lunedì 3 settembre 2018

Scoperto il formaggio più antico del mondo: è Egiziano e ha 3.200 anni

E' un mix di latte ovino-caprino-bovino 

Fonte:
Il formaggio è notoriamente uno degli alimenti più arcaici, ma trovarne una forma ultramillenaria colpisce anche a livello scientifico e consente di annunciare che è stato rinvenuto quello probabilmente «più antico al mondo». 
La scoperta è stata fatta da un team italo-egiziano che ha appena pubblicato uno studio sulla rivista Analytical Chemistry annunciando la scoperta di un pezzo di formaggio - mix di tre tipi di latte: di pecora, capra e mucca - cagliato in Egitto ai tempi dei faraoni, circa 3.200 anni fa.
 
Quello rinvenuto «è probabilmente il più antico residuo solido di formaggio mai rinvenuto finora», sottolinea lo studio del team di ricercatori e professori dell’Università di Catania e della Cairo University. La «massa solidificata biancastra» è stata rinvenuta in un’anfora durante gli scavi della tomba di un alto funzionario a Saqqara, a sud del Cairo. 
La certezza che si trattasse di formaggio fatto con latte «ovino-caprino-bovino» è arrivata attraverso l’uso di indagini «proteomiche» eseguite dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Ateneo catanese. 

L’indagine ha permesso inoltre di tracciare una «sequenza peptidica attribuibile al batterio Brucella melitensis». Insomma la brucellosi, una malattia infettiva detta anche

martedì 21 agosto 2018

MEDITERRAE: si continua ad esaltare l'anima contadina della nostra terra

La Cooperativa MEDITERRAE, dal 6 agosto 2018, ha affiancato alla produzione e vendita del lattiero-caseario, anche il settore Gastronomia e Market. Un locale (in Via Aldo Moro 5 a Modica) dove poter gustare in loco o portare via una vasta gamma di piatti tipici della tradizione iblea e modicana: focacce di tutti i tipi, arancini, piatti caldi e freddi (sia primi che secondi), pane e bevande di produzione locale oltre, naturalmente, tutti i prodotti lattiero-caseari realizzati nel proprio caseificio. 










martedì 26 giugno 2018

Ragusano DOP: storia e tecnica di uno dei prodotti più antichi della Sicilia

Fonte:
Il Ragusano è un formaggio a pasta filata ottenuto con il latte crudo di vacca, utilizzando attrezzature tradizionali. Viene prodotto in tutto il territorio della provincia di Ragusa ed in alcuni centri della provincia di Siracusa, durante la stagione foraggera – da novembre a maggio.
Storicamente denominato caciocavallo ragusano, è uno dei prodotti caseari più antichi dell’isola.
Il suo nome deriva dall’usanza di asciugare le forme di formaggio a cavalcioni (“a cavaddu”) di un asse.

Il Ragusano, dal sapore amabile e peculiare, è stato oggetto sin dal XIV secolo di un fiorente commercio oltre i confini del Regno di Sicilia. Già nel 1515 Carmelo Trasselli, in “Ferdinando il Cattolico e Carlo V”, racconta di una “esenzione dai dazi” anche per il caciocavallo ragusano, testimoniando quindi come già allora fosse oggetto di notevole commercio. Ancora il Trasselli, in “Note sui Ragusei in Sicilia”, riporta documenti del “Notaio Gaetano, F. 106” che riferisce ancora del commercio via nave del caciocavallo. Nell’opera dell’abate Paolo Balsamo risalente al 1808 veniva sottolineata “la bontà dei bestiami di Modica” e dei “prodotti di cacio e ricotta, superiori di cinquanta per cento ai comuni, e di venticinque per cento ai migliori di Sicilia”. Ed ancora, Filippo Garofano nel 1856 cita la fama e la squisitezza dei caci e delle ricotte del ragusano.

E’ un’eccellenza casearia, riconosciuta quale prodotto tipico dal D.P.R. n. 1269 del 30 ottobre 1955, e che nel 1995 ha ottenuto la denominazione di origine (Decreto del 2 maggio) e, l’anno successivo, ha acquisito il riconoscimento comunitario della DOP, perdendo la denominazione storica di “Caciocavallo”.

LA ZONA DI PRODUZIONE
Il Ragusano viene prodotto  negli altopiani calcarei dei Monti Iblei che,  caratterizzati da verdi pascoli ricchi di vegetazione spontanea, occupano il lembo sud orientale della Sicilia e presentano delle ricchezze storico-archeologiche e naturalistiche di notevole importanza.

La storia di questi luoghi comincia dalla cava d’Ispica, in cui

mercoledì 13 giugno 2018

MEDITERRAE all'EXPO della Contea

14 giugno 2018 alle ore 19:00, presso il centro commerciale "La Fortezza" di Modica, prende il via "l'EXPO della Contea". MEDITERRAE sarà presente. Un esempio delle gustose proposte e novità che troverete presso lo stand dedicato.






martedì 1 maggio 2018

Uomini e osteoporosi, il rimedio è nel formaggio

Secondo uno studio condotto dai ricercatori di Harvard, mangiare più latticini, oltre i 50 anni, aiuta gli individui maschili a rafforzare le ossa.
 Fonte:

Ciò che finisce nel piatto è rilevante al fine di tutelare la salute del proprio corpo. Stando a quanto si legge sul Daily Mail, ad esempio, il formaggio rappresenterebbe un alimento importante per rendere le ossa più forti. Ebbene sì, a quanto pare sarebbe un ottimo alleato contro l’osteoporosi. A giungere a questa conclusione è stato il Dott. Shivani Sahni, nutrizionista dell’Institute for Ageing Research presso l’Harvard Medical School, e il suo team. “Negli Stati Uniti si stima che oltre il 50% degli adulti di età superiore ai 50 anni abbia l’osteoporosi o una ridotta massa ossea”.
Ossa più forti con il formaggio
Lo studio, pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Density, ha chiamato in causa 2.600 persone (età compresa tra i 32 e gli 81 anni) a cui è stata analizzata la densità ossea a livello della colonna lombare e delle anche. Il tutto avvalendosi di una scansione denominata QCT o tomografia computerizzata quantitativa.
“Gli studi precedenti erano stati condotti con l’uso di semplici apparecchiature a raggi X. Erano, inoltre, focalizzati principalmente sugli effetti del latte” – ha dichiarato il Dott. Sahni. Questa volta, invece, il suo team si è interessato a tutti gli alimenti contenenti i derivati del latte. Cosa è emerso?

venerdì 27 aprile 2018